Magdalena, ma dai

„Partita in casa“

Cinquecento anni fa, durante la Guerra dei contadini nel Tirolo, Michael Gaismair lottò al fianco dei suoi compagni per rivendicare giustizia sociale e il diritto della “persona comune” alla partecipazione politica. Anche le donne furono protagoniste di quella stagione turbolenta: molte di loro, tra cui Magdalena Gaismair, si esposero in prima linea o agirono silenziosamente. Sostennero la resistenza non solo affiancando i combattenti, ma anche garantendo la continuità delle azioni quotidiane. Contemporaneamente, le monache difesero i propri spazi di autonomia, proteggendo risorse, lavoro educativo e pensiero intellettuale. Nelle fonti dell’epoca, già frammentarie, la presenza femminile è appena accennata. Tuttavia, ciò che accadde allora si è ripetuto più volte nel corso della storia: anche durante le lotte per la libertà, l’uguaglianza e la “fratellanza”, alle donne è spesso toccato soltanto un ruolo invisibile, come quello di fare il bucato.

La regista Michaela Senn e il suo team danno vita a un pezzo teatrale che si addentra nei territori dimenticati dalla storia, indagando la quotidiana lotta per l’uguaglianza e la forza trasformativa della solidarietà. Lo spettacolo mette in dialogo le rivendicazioni sociali del Cinquecento con le sfide quotidiane e irrisolte del lavoro di cura. Fulcro della narrazione, la cura può sprigionare un’energia rivoluzionaria, se riconosciuta come centrale sia nei rapporti personali che nelle dinamiche politiche.

Lo spettacolo è stato sviluppato nell’ambito del progetto “Mitmischen! Ma come?” promosso dal Comune di Vipiteno e fa parte dell’Anno dei Musei Euregio 2025.